La pazienza può far germogliare le pietre,
Driss Chraibi
a condizione di saper aspettare.
La nostra terra è mare, fiume e collina, vento e cielo. Sabbie e pietra. È passi camminati tra filari, assaggi d’uve ed epifanie.
Siamo all’interno di un anfiteatro naturale di antica origine alluvionale, protetto su tutti i lati da boscose colline che s’innalzano anche a 400 metri di altitudine e sigillano le brezze marine.
Libeccio e maestrale accarezzano costantemente i grappoli, portando loro il ricordo del mare e assicurando uve sane e croccanti.
Anche la luce è diversa a Bolgheri, incastonata tra le spiagge e i primi declivi dell’entroterra, una luminosità diffusa dalla rifrazione marina che favorisce un irraggiamento costante e delicato, con effetti positivi sulla vegetazione della vite e sulla perfetta maturazione dei grappoli.
MICROTERROIR E PARCELLE
DOVE GLI ALTRI VEDONO UNA VIGNA, CAMPO ALLA SUGHERA OSSERVA UN MOSAICO VIVENTE DI DIFFERENZE, UN VASTO AFFRESCO DI SFUMATURE E SOTTIGLIEZZE ATTRAVERSO CUI LA NATURA DIPINGE LA SUA RICCHEZZA ESPRESSIVA.
Terreni di grande complessità e finezza che sono stati valorizzati attraverso una scrupolosa analisi dei suoli, con l’obiettivo di creare una zonazione razionale delle proprietà.
Oggi, i vigneti di Campo alla Sughera sono suddivisi in unità di vocazione attitudinale, aree vinificate separatamente e dedicate a esprimere una particolare sfumatura dei vitigni bolgheresi qui coltivati, la cui perfetta espressione concorre alla creazione di vini dalla forte identità territoriale.
La zonazione razionale di Campo alla Sughera consente di raccogliere la massima qualità possibile da ciascun microterroir e ciascuna parcella nell’apice della loro espressione reale, per portare in cantina la perfezione del frutto giunto al suo massimo grado di maturazione.
Difendere l'essenziale
Non c’è nulla di superfluo a Campo alla Sughera, ma niente è lasciato al caso.
Il rispetto dell’espressività dei vitigni passa da una programmazione dettagliata degli interventi in vigna, a stretto contatto con le esigenze della vite e il rispetto del suo ecosistema. Un pensiero globale che si traduce in azioni mirate e concrete per favorire la massima vigoria e la perfetta salute di ciascuna pianta.
IL METODO MÉDOCAINE
La vocazione mediterranea e lo spirito internazionale dei vini di Campo alla Sughera trovano la loro consacrazione nel metodo médocaine, sistema d’allevamento viticolo adottato dai migliori chateaux di Bordeaux.
L’alta densità degli impianti – ovvero un numero elevato di ceppi per ettaro – contribuisce ad aumentare la competizione radicale delle piante, che raggiunge strati più profondi e ricchi di microelementi. Grazie a questa tecnica d’allevamento la vite si specializza sulla produzione del frutto, riducendo l’apparato fogliare e concentrando le qualità polifenoliche e aromatiche in acini più piccoli e dalla buccia più spessa.
PETIT VERDOT
Ascoltare i vigneti significa dar loro voce, anche quando hanno da dire qualcosa d’inaspettato.
È il caso del Petit Verdot, vitigno che a Campo alla Sughera ha dimostrato la sua natura di fuoriclasse. Il clima più caldo e protetto di Bolgheri, le brezze marine e la composita tessitura dei suoli hanno sprigionato le potenzialità della varietà che, annata dopo annata, si è imposta per qualità, piena maturità dei frutti e finezza tannica. Una piacevole sorpresa che Campo alla Sughera ha coscientemente assecondato nel creare il suo Super Tuscan più iconico, quello che porta in etichetta il nome dell’azienda: un inno al Petit Verdot locale, un atto di fiero coraggio e sensibilità verso un vino sempre più identitario.